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Allattamento

Per un neonato non c’è alimento migliore del latte della sua mamma. Il latte materno, infatti, apporta tutte le sostanze essenziali che gli assicurano un’ottima crescita, inoltre la sua particolare composizione nelle prime poppate (il colostro) gli garantisce importanti fattori protettivi in grado di salvaguardare la sua salute futura e difenderlo dalle infezioni. Il latte materno non ha mai la stessa composizione nel tempo e la stessa consistenza durante il corso della poppata. Per meglio adeguarsi alle necessità di crescita del neonato, infatti, nel tempo modifica la sua formula, rendendola unica e inimitabile.

Dopo i primi 3 giorni il latte da colostro cambia composizione (latte di transizione) fino alla sua composizione definitiva (latte definitivo) che avverrà entro qualche settimana. Il colostro è il primo latte, giallo, ricco e molto denso. Il latte di transizione è più acquoso e di colore biancastro ed offre al piccolo in modo equilibrato e graduale tutto il nutrimento di cui ha bisogno.

Per il bambino Il latte materno è l’unico alimento naturale che contiene tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, è facilmente digeribile e contiene una serie di fattori che proteggono dalle infezioni e aiutano a prevenire alcune malattie e allergie, offre quindi molti vantaggi per il bambino in termini di salute, crescita e sviluppo psicologico.

È ormai condiviso a livello internazionale che l’allattamento al seno:

riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti;

protegge dalle infezioni respiratorie;

riduce il rischio di sviluppare allergie;

migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio;

migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni.

Per la mamma è pratico ed economico, non ci sono costi di preparazione ma è sempre disponibile e alla giusta temperatura.

L’allattamento al seno stimola la naturale contrazione dell’utero riducendo il naturale sanguinamento post partum e consentendo all’utero di tornare alle dimensioni normali più velocemente. Inoltre favorisce la perdita di peso e il recupero della forma fisica senza la necessità di ricorrere a diete dimagranti. Alcuni studi, inoltre, hanno ipotizzato che l’allattamento al seno riduce il rischio di osteoporosi dopo la menopausa e contribuisce anche a ridurre il rischio di cancro al seno e all’ovaio.

Generalmente le cause che portano ad abbandonare l’allattamento sono la scarsa informazione sulle conseguenze o il mancato sostegno alle giovani madri in un periodo, quello post-parto, spesso caratterizzato da fragilità psicologica.

“Allattare al seno – un investimento per la vita” è lo slogan con il quale il Ministero della Salute intende promuovere la campagna per la promozione dell’allattamento al seno.

Il latte materno è l’alimento naturale per i bambini, l’unico che permetta di raggiungere il massimo potenziale biologico: nutre in modo completo e protegge da molte malattie ed infezioni.

L’allattamento aiuta il piccolo a crescere e svilupparsi in modo fisiologico e mantiene il suo valore nel tempo, è, appunto, un investimento per tutta la vita.

La campagna, ha lo scopo di promuovere e sostenere l’allattamento materno come pratica naturale e di primaria importanza per la salute del bambino ed è realizzata dalla Direzione generale della comunicazione e dei rapporti europei e internazionali con la Direzione generale per l’igiene degli alimenti e la nutrizione.

E’ rivolta principalmente alle gestanti, alle neo-mamme per diffondere il più possibile tale pratica e al personale specializzato che opera nel settore per sostenere al meglio le mamme che chiedono aiuto o consigli utili. La campagna è cominciata con la Conferenza Nazionale per la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno, a cui hanno partecipato specialisti che operano nel settore e gli Assessori alla salute di molte regioni italiane.

L’allattamento al seno è un diritto fondamentale dei bambini ed è un diritto delle loro mamme quello di essere sostenute nella realizzazione del loro desiderio di allattare.

Il Ministero della Salute, attraverso le Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno, riconosce che l’allattamento al seno costituisce il modo di alimentazione naturale e normale nella prima infanzia. Il Ministero, inoltre, sottolinea che l’allattamento al seno costituisce un beneficio per la salute della donna. Gli effetti positivi sulla salute del bambino e della madre, perdurando, fanno della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno uno degli interventi di salute pubblica più rilevanti in termini di efficacia e di rapporto costo-beneficio.

Il Ministero raccomanda perciò, come misura di salute pubblica, che laddove possibile, i bambini siano allattati esclusivamente al seno fino a sei mesi e che l’allattamento al seno continui poi, con adeguati alimenti complementari fino a che la madre e il bambino lo desiderino, anche dopo l’anno di vita.

Le strategie nazionali per la promozione dell’allattamento al seno

Promuovere l’allattamento al seno mediante:

attività di formazione delle mamme specialmente durante i corsi di preparazione al parto e le visite ginecologiche, aggiornamento professionale del personale socio-sanitario, sensibilizzazione nelle scuole;

assistenza alle madri allo scopo di iniziare l’allattamento al seno appena possibile, quando mamma e neonato sono pronti;

dimostrare praticamente alle madri le modalità corrette di allattamento al seno e insegnare le strategie per mantenere la lattazione nel caso di separazione momentanea dal bambino;

evitare la somministrazione di altri alimenti o bevande al di fuori del latte materno, salvo indicazione medica;

disincentivare l’uso di tettarelle artificiali, biberon o succhiotti;

incoraggiare una più ampia diffusione dell’iniziativa “Ospedali amici dei bambini”, favorire la pratica del rooming-in e incoraggiare l’allattamento a richiesta;

fornire sostegno alle mamme e ai loro bambini, dopo le dimissioni ospedaliere, tramite visite domicilairi del personale sanitario dei consultori familiari, visite di altre mamme con esperienza e idonea formazione sull’allattamento al seno, partecipazione a gruppi di sostegno, ecc.;

verificare periodicamente la prevalenza dell’allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi e continuato fino ai due anni di età, ed i fattori che incidono su di esso;

verificare l’applicazione del Codice per la commercializzazione dei sostituti del latte materno e delle successive risoluzioni pertinenti dell’Assemblea Mondiale della Sanità.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha individuato nel miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino uno degli obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale. Lo stato di salute e di nutrizione della mamma e del bambino sono intimamente legati poiché formano una sola unità sociale e biologica.

E’ per questo che le attività volte a migliorare la nutrizione infantile devono rientrare in una strategia più ampia volta alla tutela materno infantile. L’allattamento al seno è un modo ineguagliabile per fornire un alimento ideale per la salute e la crescita del lattante. L’OMS raccomanda di protrarlo in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita e di continuare ad allattare al seno, con l’introduzione di idonei alimenti complementari, fino a due anni ed oltre.

Secondo l’OMS e l’UNICEF le più aggiornate evidenze scientifiche epidemiologiche confermano che il mancato allattamento al seno, ed in particolare il mancato allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi di vita, sono importanti fattori di rischio e possono causare una maggiore mortalità e propensione ad ammalarsi dei neonati e dei bambini, oltre a una maggiore difficoltà nelle attività scolastiche, una minore produttività e un diminuito sviluppo intellettuale e sociale.

Quando non è disponibile o non è sufficiente, il latte umano donato rappresenta l’alternativa più valida. La realtà delle Banche del latte umano donato (BLUD) è già presente nel nostro Paese ed è in costante evoluzione: queste strutture offrono un servizio che ha lo scopo di selezionare, raccogliere, conservare e distribuire il latte umano donato, da utilizzare per specifiche necessità mediche. Le BLUD sono indispensabili per soddisfare le necessità dei neonati pre-termine, ma si rendono utili anche in altre situazioni, sulla base di precise indicazioni mediche, per esempio per i rari casi di neonati a termine che per brevi periodi non possono essere alimentati al seno, o neonati affetti da patologia. L’accurata esecuzione delle procedure operative consente di realizzare un valido equilibrio tra sicurezza d’uso e qualità biologiche.

Il latte della donna, al pari di organi o tessuti umani, non può essere oggetto di commercializzazione: la donazione è gratuita e ne è garantita la privacy. La sicurezza e la qualità del latte umano donato hanno la loro più idonea collocazione in un contesto che preveda la promozione, la protezione ed il sostegno dell’allattamento al seno anche nei neonati critici e pre-termine.

Il 5 dicembre 2013 la Conferenza Stato Regioni ha sancito l’accordo “Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle banche del latte umano donato nell’ambito della protezione,promozione e sostegno dell’allattamento al seno” (G.U. n.32, 8 febbraio 2014).

Il documento vuole essere uno strumento per gli operatori sanitari delle Banche del latte e dei reparti di Neonatologia e di Terapia intensiva neonatale, nonché per tutti gli operatori del percorso nascita. L’obiettivo è quello di orientare le iniziative regionali per la costituzione e l’organizzazione di una Banca del latte umano donato (BLUD), individuando requisiti essenziali ed omogenei e definendo criteri uniformi per un servizio centrato sul paziente e sui bisogni di salute. È necessario, inoltre, predisporre criteri per il monitoraggio delle attività.

Il nostro Paese risulta essere, a oggi, tra i più attivi in Europa: le 32 Banche che già operano in Italia rappresentano un numero elevato se confrontato con le realtà degli altri Paesi europei. Il Servizio Sanitario Nazionale esercita il controllo e la vigilanza del rispetto delle Linee di indirizzo, con la collaborazione dell’Associazione delle Banche del latte umano donato (AIBLUD), per monitorare a livello nazionale, l’appropriatezza operativa e gestionale delle Banche del latte umano attualmente in funzione e di quelle che sorgeranno in futuro.

Le Banche del Latte Umano Donato offrono un servizio finalizzato a selezionare, raccogliere, conservare e distribuire latte umano donato, da utilizzare per specifiche necessità mediche. L’accurata esecuzione delle procedure indicate nelle Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle Banche del Latte Umano Donato nell’ambito della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno (Accordo Stato Regioni 5 dicembre 2013) consente di realizzare un valido equilibrio tra sicurezza e qualità.

A tale riguardo, sono stati individuati requisiti essenziali del servizio, indicatori di qualità ed efficienza, nonché standard omogenei di funzionamento.

Al fine di monitorare l’appropriatezza operativa e gestionale delle Banche del latte umano donato presenti sul territorio e dare così esecuzione a quanto previsto nelle sopracitate Linee di indirizzo è stata realizzata la seconda indagine conoscitiva, relativa all’anno 2016, attraverso la compilazione di un questionario ad hoc.

I risultati dell’indagine pubblicati nel report “Seconda indagine conoscitiva sulle Banche del Latte Umano Donato – anno 2016″ed elaborati all’AIBLUD (Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato) dichiarono che tutte le Banche risultano correlate ad una Neonatologia che assiste neonati di età gestazionale <34 sett. e vi è una buona diffusione del servizio verso altri Centri. Si calcola che 66 reparti di Neonatologia (32 Centri dotati di BLUD + 34 serviti da questi Centri) nel 2016 hanno potuto utilizzare il latte di Banca nell’alimentazione neonatale. Quasi tutti i Centri hanno spazi dedicati alla Banca. La dotazione in apparecchiature risulta buona, mentre lo staff dedicato alla Banca rimane ridotto come nell’indagine del 2014. Si conferma l’aderenza ottimale alle Linee di Indirizzo Ministeriali per la tracciabilità del latte donato, per il controllo delle donatrici, per i controlli microbiologici sul latte donato e per i metodi di pastorizzazione e conservazione del latte. Le criticità che sono emerse riguardano l’uso dell’HACCP: il 16% delle BLUD non è ancora dotato di manuale delle procedure, ma si stanno impegnando ad adeguarsi su questo punto alle Linee di Indirizzo Ministeriali. Ancora più critico appare il dato sul servizio di ritiro del latte donato a domicilio da parte della Banca: il 25% delle Banche non garantisce tale servizio essenziale. L’indagine ha comunque raccolto dati importanti per la qualità del servizio e per la politica sanitaria italiana. Le risposte sono migliorate notevolmente rispetto all’indagine del 2014 grazie ai quesiti posti in modo più preciso e grazie alla formazione del personale (l’AIBLUD si sta impegnando con Corsi specifici). Possiamo infine concludere che il numero di neonati alimentati con latte materno donato sicuramente è sottostimato, poiché mancano i dati dei 34 Centri serviti dalle Banche.

Grazie per la vostra attenzione, vi aspetto al prossimo articolo.

Dott.ssa Milena Vicardi

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